Curate la mia volontà – breve cronistoria di un primo grande successo

La storia di Eluana Englaro, direte, è cosa nota. Del testamento biologico abbiamo sentito tanto parlare. E allora cos’ha reso l’incontro Curate la mia volontà di lunedì 19 così unico nel suo genere e capace di portare al Bitte quasi 300 persone? L’esaltante successo della serata (mentre dico questo sono davvero obiettiva) è imputabile a tre elementi che sempre meno riusciamo a rintracciare in questo tipo di eventi: chiarezza degli interventi, totale libertà espositiva e reciproco rispetto tra pubblico e relatori. Un gioiello così ben confezionato non si trova facilmente nei tradizionali punti vendita.

Come avvenuto il 12 ottobre, il fatto che i tre relatori abbiano potuto parlare in libertà e che non abbiano dovuto moderare i toni davanti a politicanti dei generi più disparati ha conferito un’insolita genuinità alla serata. Questo credo sia stato il dato più apprezzato anche da Beppino, dall’avvocato Clara e dalla professoressa D’Amico, relatori perfetti per una serata di questa portata.

Le sfaccettature dell’argomento trattato sono state spiegate in maniera approfondita: si è parlato di che cosa vuol dire lottare per 15 anni senza ottenere mai una risposta dalle istituzioni che evidentemente hanno avuto paura di esporsi; della necessità di  un ‘metodo laico’ che tocchi tutti gli aspetti della società italiana; dell’importanza del rispetto della Costituzione che regola il diritto dell’individuo di decidere per se stesso.

La soddisfazione più grande per noi ragazzi di SottoLaPanca è stata quella di avere di fronte un pubblico composto per la maggior parte da nostri coetanei (laureandi e neolaureati) che, nonostante la ‘lontananza’ dal tema trattato, hanno voluto partecipare e magari imparare qualcosa da chi ha profonda esperienza e conoscenza della materia. I relatori stessi sono rimasti piacevolmente colpiti da questo aspetto.

Sento di dover ringraziare i ragazzi di 11mt – officina politica che ci hanno aiutati a trasformare quattro chiacchere tra amici in realtà e tutti coloro che lunedì 19 ottobre erano al Bitte a prendere parte ad un evento per noi tanto importante. Crediamo fermamente che la società possa trarre giovamento da questi incontri culturali. Siamo noi che dobbiamo dare al futuro un percorso alternativo. Se aspettiamo che succeda il contrario verremo inevitabilmente travolti.

Martina Tettamanzi